Lady Diana e il mistero del Ponte de l’Alma
Cosa accadde esattamente quella notte di 25 anni fa quando Diana, Principessa del Galles, perse la vita? Parigi 31 agosto 1997: una Mercedes nera, con quattro persone a bordo, si schiantò contro il tredicesimo pilastro della galleria che passava sotto il Ponte de l’Alma. Morirono il conducente Henri Paul, Lady Diana con il compagno Dodi Al-Fayed. L’unico sopravvissuto fu la guardia del corpo della coppia, Trevor Rees Jones, che er a l’unico ad indossare la cintura di sicurezza.

In tutto questo, chi era Diana Spencer o meglio Lady Diana?
Era la moglie del Principe Carlo, figlio della Regina Elisabetta II, e madre di William e Harry. Diana Spencer nacque il 1 luglio 1961, in una delle famiglie aristocratiche più antiche d’Inghilterra. Era la quarta di cinque figli e, specialmente durante la sua infanzia, la situazione familiare non era molto serena. Crescendo, dopo essere stata espulsa dalla scuola superiore, fu mandata dal padre in un collegio di buone maniere in Svizzera.
Diana all’età di soli diciannove anni si sposò con il Principe Carlo, che da giovane era un rubacuori, uno scapolo, erede al trono, che attirava l’attenzione di molte ragazze. Ma l’unica volta in cui si innamorò veramente fu quando conobbe Camilla Shand, allora avevano entrambi 20 anni. La loro unione, però, venne negata per motivi dinastici.
Solo quando Carlo passò la trentina si sposò con Diana, che era di bell'aspetto e aveva origini nobiliari, degne di un erede al trono. La famiglia di Diana, infatti, era già in stretti contatti con la real casa, ancor prima della frequentazione tra i due. La loro unione serviva per scopi, oltre che politici, prettamente dinastici, cioè per preservare la dinastia del Windsor. Perciò, dopo una dozzina di incontri pubblici, Carlo chiese la mano di Diana. Il loro matrimonio venne accolto con gioia, la gente attendeva da tempo il royal wedding del Principe Carlo. Con questo matrimonio il popolo inglese volle vedere uno spiraglio di luce e di cambiamento nella monarchia.
Il 29 luglio 1981 fu un giorno gioioso, c’erano più di 600.000 inglesi riversati nelle strade per assistere al passaggio della carrozza. La cerimonia venne inoltre trasmessa in diretta mondiale e più di 750 milioni di spettatori la seguirono. Poco tempo dopo arrivarono anche i loro due figli: il primogenito William e il secondogenito Harry. La fama di Diana crebbe al di là delle mura di Buckingham Palace e del Regno Unito, ma la famiglia reale la riteneva troppo esuberante e anticonformista per certi suoi comportamenti, come il voler crescere lei stessa i propri figli oppure il fatto che agli eventi pubblici si avvicinasse alla folla.
Al tempo stesso la vita matrimoniale peggiorava sempre più, fino al punto che la convivenza fra i due coniugi era diventata impossibile. La Regina Elisabetta II, che non voleva arrivare ad un divorzio nella sua dinastia, concesse la separazione della coppia. Questo istituto si differenzia dal divorzio perché la separazione concede la cessazione dell’obbligo di convivenza dei coniugi e di alcuni obblighi matrimoniali, mentre restano i legami economici. La loro posizione dinastica sarebbe rimasta invariata, perché il matrimonio non era stato sciolto, anche se avrebbero vissuto in due abitazioni separate. Perciò, nel dicembre del 1992 fu annunciata la separazione alla Camera dei Comuni.
Nel 1995 la situazione peggiorò ulteriormente: Diana a quel tempo fu raggirata dal giornalista Martin Bashir per farle rilasciare dichiarazioni compromettenti in un’intervista televisiva. Fu un periodo difficile per Diana a livello psicologico e fisico, che la portò ad un grave stato di sofferenza psicologica. Dichiarò fra l’altro che Carlo e Camilla, con la quale il Principe intanto si stava nuovamente frequentando, avrebbero potuto lasciare il trono a lei e a William. Di fronte a simili affermazioni la Regina non poté più restare impassibile, acconsentì al divorzio tra Carlo e Diana, ma escluse quest'ultima definitivamente e ufficialmente dalla famiglia reale, lasciandole solo il titolo puramente onorifico di Principessa del Galles. Per Diana questo divorzio e l’ostilità di Elisabetta furono un colpo terribile.
Tra i numerosi fidanzati che Diana frequentò negli anni successivi ci fu Hosnat Khan, un chirurgo pakistano. Con lui Diana intraprese una storia seria ed entrambi erano molto innamorati. La loro relazione fu attenzionata specialmente dai servizi segreti inglesi, perché temevano che Diana potesse dare alla luce un figlio, che sarebbe stato un fratello musulmano del futuro erede al trono, ovvero William. Tuttavia il rapporto entrò in crisi quando Diana volle sposarlo. Era tanto insistente che si presentò dai genitori di lui, che non erano favorevoli all'eventuale matrimonio, perché lei era anglosassone e non musulmana. Tutto ciò li portò a rompere nella primavera del ‘97.
Molti storici della Corona ritengono che, per ripicca verso Hosnat, l’estate di quello stesso anno Diana iniziò una relazione e andò in vacanza con Dodi Al-Fayed, un multimilionario musulmano di origine egiziana. Dodi invitò con Diana anche William e Harry in Sardegna, per poi ritornare il 30 di agosto a Londra. I bambini ben presto vollero rientrare, quindi furono rimandati in Scozia prima del previsto. Alla fine del viaggio Dodi e Diana, decisero all’ultimo momento di fare una sosta, non programmata, a Parigi,dove l'uomo aveva ordinato un anello di fidanzamento per la principessa. Sempre circondati da una folla di paparazzi, decisero di cenare all’Hôtel Ritz, di proprietà della famiglia Al-Fayed. Avevano deciso di passare poi la notte nella villa di proprietà, ma avrebbero dovuto depistare la stampa. Dall’uscita principale fecero passare una macchina senza la coppia al suo interno. Intanto Dodi aveva chiamato il suo autista Henri Paul per poter uscire dal retro di nascosto. Alcuni paparazzi si accorsero di essere stati tratti in inganno e in moto si precipitarono all’inseguimento della Mercedes nera, fino alla galleria sotto al Ponte de l’Alma, dove la macchina si schiantò contro uno dei pilastri. Probabilmente l’incidente fu causato da un momento di distrazione dell’autista, non totalmente sobrio in quel momento, accecato dagli abbaglianti di una delle macchine che viaggiavano nella corsia opposta. Inoltre la Mercedes sarebbe stata destinata a breve alla rottamazione e ciò fa supporre che non fosse in ottime condizioni.
Sulla dinamica dei soccorsi si hanno varie versioni: quelle ufficiali riportano che l’intervento avvenne abbastanza presto, ma non prestissimo, perché l'ambulanza durante il tragitto viaggiò alla velocità di dieci chilometri orari, perché secondo i medici francesi Diana non sarebbe sopravvissuta all’alta velocità. Ritenevano che fosse in atto una emorragia e, infatti, come fu poi confermato dall’autopsia, l’urto le aveva reciso l’aorta e causato uno spostamento del cuore fuori sede. Tuttavia, in conseguenza alle scelte prese dai medici, Diana morirà per emorragia interna .
I sospetti che lei fosse incinta del suo ex compagno Hosnat furono smentiti dall’autopsia condotta in Francia e successivamente anche da quella eseguita dagli Inglesi.
L’incidente fu causato dallo sbandamento del veicolo: dall’autopsia dell’autista risultò un mix di alcol e tranquillanti. Inoltre, essendo l'auto blindata, lo schianto non fu dato solo dall’accelerazione, ma anche dal peso del veicolo, che è ciò che provocò il colpo mortale. Da subito iniziarono a prendere piede teorie complottistiche che mettevano in dubbio la veridicità dell’incidente.
Alcuni sospettavano che fossero stati manomessi i freni della Mercedes su cui viaggiavano, altri ipotizzavano che avessero architettato tutto i servizi segreti in combutta con la Corona, anche se era quasi impossibile, dato che la scelta di andare a Parigi fu presa all’ultimo e non sarebbero riusciti ad organizzare un attentato in così poche ore.
Da dove prendono fondamento tutte queste teorie complottistiche, quindi?
Il padre di Dodi, Mohamed Al-Fayed, sospettava che la Corona fosse in qualche modo coinvolta nell’incidente. Ciò favorì fantasie giornalistiche e presunti scoop di tutti i tipi. Andando a scavare ancora più a fondo sul motivo per cui si possa pensare a un ruolo della Corona, si ritorna al parlare dello scandalo di Bashir: il giornalista, per ottenere la famosa intervista da Diana, aveva inventato delle prove false tra cui il fatto che fossero state piazzate delle microspie a Kensington Palace, dove alloggiava Diana, e scritte alcune lettere false in cui si parlava di cifre di denaro già versate a esponenti dei servizi segreti
per assassinare la principessa simulando un incidente d’auto. Diana, terrorizzata, rilasciò l’intervista per paura che potessero ucciderla e pensò che se avesse parlato in televisione avrebbe portato il popolo inglese a sospettare della Corona. L’inchiesta si è chiusa mesi fa con il riconoscimento della piena colpevolezza di Bashir.
Anche se le assurde teorie che sono nate non corrisponderebbero al vero, restano comunque quesiti irrisolti riguardo alle scelte fatte da parte della coppia quella sera: perché non andarono direttamente alla villa di Al-Fayed? Oppure perché non restarono per la notte direttamente all’Hotel Rîtz? Perchè presero una macchina ormai destinata alla rottamazione? Perché la coppia non era dotata di una vera e propria scorta della famiglia Al-Fayed, ma era accompagnata da una sola guardia del corpo?
Solo le persone che hanno perso la vita in quell’incidente potrebbero rispondere.
Valentina Giglio